Gli ami sono noti sin dall’antichità come strumenti per la cattura dei singoli pesci anche di grossa taglia. Vengono generalmente innescati o muniti di un sistema di attrazione per favorire l’abboccamento del pesce: i pesci infatti, accorrono per mangiare l’esca, restano appesi all’amo e possono quindi essere catturati.
Naturalmente le dimensioni dell’amo dipendono dalle dimensioni del pesce che si vuole catturare. Le dimensioni sono oggi circa standardizzate in una certa gamma: ad ogni amo corrisponde un numero. La forma degli ami infine è variabile da costruttore a costruttore a seconda dei luoghi e delle tradizioni, così si hanno ami con o senza barba (o ordiglione), a paletta o ad occhiello. Dritti o storti, a gambo lungo o a gambo corto. Nella pesca professionale gli ami sono usati per la formazione dei palangari o delle lenze.
Il Palangaro:
Il Palangaro è un attrezzo da pesca che impiega molti ami. E’ costituito da un cavo principale chiamato trave, lungo anche diversi chilometri. I braccioli con gli ami sono fissati al trave a distanza regolare; la distanza è normalmente poco superiore al doppio della lunghezza dei braccioli. Gli ami hanno diverse forme e dimensioni in relazione alla specie da catturare. I palangari possono essere calati in prossimità del fondo e qui ancorati (palangari fissi) per la cattura del pesce di fondo (naselli, gronchi, corvine, rombi, palombi, saraghi) oppure possono essere calati a mezz’acqua o in superficie per la cattura dei grossi pesci pelagici (tonnidi e pesce spada). In quest’ultimo caso sono lasciati alla deriva in balia delle correnti e dei venti. Nella pesca professionale per ottenere una cattura che ricompensi del lavoro sono necessari moltissimi ami; si calano quindi varie ceste di ami. La ceste è in pratica la unità di palangaro. Il recupero è manuale, quindi lungo, faticoso e pericoloso. Oggi sono stati introdotti strumenti atti a ridurre la fatica e i tempi di lavoro in modo che si possano calare più ami e quindi si possa avere un rendimento superiore. Si hanno infatti, strumenti per l’innescamento automatico mentre si cala con continuità e strumenti che permettono il recupero più o meno automatico (salpapalangari). In generale la pesca con il palangaro, è una pesca che si effettua con limitati consumi energetici ed è molto rispettosa delle risorse che si stanno sfruttando. E’ infatti, un metodo di pesca fortemente selettivo.
Le Lenze:
Le Lenze sono meno usate professionalmente dei palangari, ma in alcuni casi possono portare delle buone catture. Le lenze, a differenza dei palangari, sono calate e tenute sotto controllo continuo da parte del pescatore. Appena un pesce abbocca si inizia il recupero, agendo in modo da garantire che il pesce non possa liberarsi. Le lenze possono essere usate direttamente con la mano o tramite una canna da pesca, possono essere lasciate ferme, nell' attesa che un pesce vi abbocchi, o possono essere mosse o trainate a velocità per invogliare i predatori ad inseguire l’esca, dato che in natura le prede generalmente si muovono e guizzano per sfuggire ai predatori.
Naturalmente le dimensioni dell’amo dipendono dalle dimensioni del pesce che si vuole catturare. Le dimensioni sono oggi circa standardizzate in una certa gamma: ad ogni amo corrisponde un numero. La forma degli ami infine è variabile da costruttore a costruttore a seconda dei luoghi e delle tradizioni, così si hanno ami con o senza barba (o ordiglione), a paletta o ad occhiello. Dritti o storti, a gambo lungo o a gambo corto. Nella pesca professionale gli ami sono usati per la formazione dei palangari o delle lenze.
Il Palangaro:
Il Palangaro è un attrezzo da pesca che impiega molti ami. E’ costituito da un cavo principale chiamato trave, lungo anche diversi chilometri. I braccioli con gli ami sono fissati al trave a distanza regolare; la distanza è normalmente poco superiore al doppio della lunghezza dei braccioli. Gli ami hanno diverse forme e dimensioni in relazione alla specie da catturare. I palangari possono essere calati in prossimità del fondo e qui ancorati (palangari fissi) per la cattura del pesce di fondo (naselli, gronchi, corvine, rombi, palombi, saraghi) oppure possono essere calati a mezz’acqua o in superficie per la cattura dei grossi pesci pelagici (tonnidi e pesce spada). In quest’ultimo caso sono lasciati alla deriva in balia delle correnti e dei venti. Nella pesca professionale per ottenere una cattura che ricompensi del lavoro sono necessari moltissimi ami; si calano quindi varie ceste di ami. La ceste è in pratica la unità di palangaro. Il recupero è manuale, quindi lungo, faticoso e pericoloso. Oggi sono stati introdotti strumenti atti a ridurre la fatica e i tempi di lavoro in modo che si possano calare più ami e quindi si possa avere un rendimento superiore. Si hanno infatti, strumenti per l’innescamento automatico mentre si cala con continuità e strumenti che permettono il recupero più o meno automatico (salpapalangari). In generale la pesca con il palangaro, è una pesca che si effettua con limitati consumi energetici ed è molto rispettosa delle risorse che si stanno sfruttando. E’ infatti, un metodo di pesca fortemente selettivo.
Le Lenze:
Le Lenze sono meno usate professionalmente dei palangari, ma in alcuni casi possono portare delle buone catture. Le lenze, a differenza dei palangari, sono calate e tenute sotto controllo continuo da parte del pescatore. Appena un pesce abbocca si inizia il recupero, agendo in modo da garantire che il pesce non possa liberarsi. Le lenze possono essere usate direttamente con la mano o tramite una canna da pesca, possono essere lasciate ferme, nell' attesa che un pesce vi abbocchi, o possono essere mosse o trainate a velocità per invogliare i predatori ad inseguire l’esca, dato che in natura le prede generalmente si muovono e guizzano per sfuggire ai predatori.